mercoledì 24 settembre 2008

EXPO SARAGOZZA

La grande torre dell'Acqua, progettata da Enrique de Tersa, è stato il punto di osservazione più alto dell'Expo e si è presentata ai visitatori con una pelle variegata e non uniforme, proprio come siamo abituati a vedere uno specchio d'acqua. Per quanto concerne le esposizioni dei 100 paesi partecipanti, se ne possono salvare una decina, che avevano veramente progettato la loro presenza con un senso e con una ricerca sul tema dell'acqua come risorsa sostenibile: i migliori sono stati Germania (che aveva come sponsor Hansgrohe, con Axor e Pontos), Francia, Spagna, Danimarca, Svezia, Svizzera e Messico. Il padiglione italiano, che era situato al piano superiore dell'esposizione, non ha convinto non solo per le scelte culturali, che dovevano forse essere più mirate, come esplicito è il tema dell'Expo, ma anche nell'allestimento stesso, costato 6,2 milioni di euro. La priorità da esprimere, probabilmente, era che l'Italia è una penisola circondata dall'acqua, e quindi proporre al visitatore un'immagine del nostro paese, diversa da quella precostituita, e che John Grisham ha anche riportato nel suo ultimo libro: “pizza, spaghetti, e mandolino”. Noi, che oltretutto abbiamo una tradizione millenaria, di popolo di inventori, di scienziati, di navigatori e scopritori… Un'occasione perduta per il nostro paese per far vedere al mondo le nostre capacità nel design, nella moda, nell'arte, tra l'altro tutti settori nei quali negli ultimi anni sono state molte le sperimentazioni, le performance, le ricerche sempre più attinenti alla risorsa acqua.

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